Cesare Vivaldi
Franco Ciuti non ha rinnegato l’idea boccioniana della scultura come contrasto dinamico di pieni e di vuoti: l’idea forse la più fertile di sviluppi lungo tutto il travagliato cammino della scultura moderna. Non l’ha rinnegata anche se l’ha derivata ai suoi personali intendimenti e se ha complicato e arricchito la dialettica pieno-vuoto con quella, per lui subordinata ma paritaria, tra organico e inorganico, tra forma spontanea – nata cioè dallo spontaneo organizzarsi della materia – e forma razionale, tra l’erompere della vita, a livello se si vuole persino viscerale e geometria. L’idea astratta, rigorosamente mentale, per Ciuti non può fare i conti con la realtà che preme con la sua evidenza da tutti i lati, e viceversa l’urgenza della realtà non può essere assunta in quanto tale, non può cioè nemmeno essere presa in considerazione prescindendo dallo sforzo che l’uomo ha sempre fatto, per imbrigliarla, per darle un senso.
Così ecco Ciuti formulare delle proposte razionali, cubi, piramidi sovrapposte e simili, per subito contraddirle con delle violente eruzioni magmatiche, delle esplosioni che provengono dall’interno del blocco formale , lo divaricano e si prolungano nello spazio esterno, aprendo nel contempo altri spazi entro il blocco medesimo. La contraddizione in alcuni casi è accentuata da differenze di materia (da un solido geometrico di pietra fuoriescono, ad esempio, delle colate di bronzo), più spesso da un diverso trattamento dell’unica materia usata, come il bronzo o la terracotta, qui levigata e polita e là opaca.
Nella scultura di Ciuti la solidità d’impianto coesiste, quindi, col più drammatico dinamismo e la purezza di forme elementari con un’intensità espressiva ai limiti del barocco. Tutto ciò, e qui sta il suo massimo pregio, senza forzature e senza nessuna pretesa di conciliare gli opposti: i quali sono anzi evidenziati, come ho detto, e raggiungono un loro difficile equilibrio grazie alla sapienza e alla sottigliezza con cui Ciuti sa calcolare il”peso” di forze tanto duramente contrastanti.
Cesare Vivaldi